Valtellina, la ri-scoperta dello Sforzato “Contemporaneo”

(Adnkronos) – L’evento organizzato a Milano dal Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, Obiettivo Valtellina, dedicato alla ristorazione milanese, alla stampa di settore e a tutti gli appassionati, ha posto l’attenzione sulla viticoltura valtellinese e sulla bellezza di un territorio caratterizzato da una serie infinita di peculiarità e unicità. A partire dal Nebbiolo stesso, il Nebbiolo delle Alpi, qui chiamato Chiavennasca di cui c’è testimonianza già nel XVI secolo (era il vitigno più diffuso) e oggi presente nei vigneti del versante retico al 90% (fino al 100% nei nuovi rimpianti), insieme a varietà storiche quali la Rossola, la Pignola, la Brugnola.  La Valtellina, situata sul 46mo parallelo nord, si estende longitudinalmente per 50 km, da ovest a est. 820 ettari terrazzati posti sul versante retico montano in zone di altissima vocazione, con una pendenza che raggiunge l’85%, a un’altitudine compresa tra il 300 e gli 800 metri di altezza e che godono di 1900 ore di luce. Un territorio letteralmente strappato alla montagna, contenuto da 2.500 km di muretti a secco lineari in sasso, volti a sostenere i ronchi vitati, mentre i terrazzamenti sono l’elemento che maggiormente lo caratterizzano. Un’opera che è stata avviata migliaia di anni fa e perpetuata nel tempo dal paziente lavoro agricolo dei viticoltori che destinano annualmente 1.500 ore di lavoro manuale per singolo ettaro. Un design unico costituito da una fitta sequenza, interrotta solo da ruscelli e torrenti che scendono dalle montagne e dai solchi delle valli, e un patrimonio vitato ancor più straordinario per la presenza di vecchie vigne, che conservano il tradizionale sistema di allevamento ad archetto valtellinese. Due denominazioni di origine controllata e garantita, il Valtellina Superiore e lo Sforzato di Valtellina, una sola DOC, Rosso di Valtellina, una sola IGT, Alpe Retiche sono la produzione del territorio per un totale di 3,2 milioni di bottiglie annue. Il Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina ha dunque presentato a Milano ‘Obiettivo Valtellina’, tra masterlab, degustazioni e installazioni immersive, un evento full day con banchi di assaggio dei vini proposti dalle 33 aziende produttrici aderenti al Consorzio (Agrilu, Alberto Marsetti, Aldo Rainoldi, Alessio Magi, Alfio Mozzi, Arpepe, Balgera, Ca Bianche, Caven, Contadi Gasparotti, Convento San Lorenzo, Coop. Triasso e Sassella, Dirupi, F.lli Bettini, Folini, Il Gabbiano, La Grazia, La Perla, La Spia, Le Strie, Luca Faccinelli, Mamete Prevostini, Marcel Zanolari, Marco Ferrari, Nicola Nobili, Nino Negri, Plozza, Rivetti & L’orco, Riter, Sandro Fay, Tenuta Scerscé, Triacca, Walter Menegola). “Valtellina Superiore: l’autentica unicità del Nebbiolo di montagna tra cambiamenti climatici, terrazzamenti, altimetria e biodiversità”, “Sforzato contemporaneo – Territorio, tecnica, ricerca: capire il vino più emblematico della Valtellina”, sono state entrambe condotte dal Master of Wine, Gabriele Gorelli, da Danilo Drocco con Giacomo Mojoli, consulente del Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina, a cui si è aggiunta il racconto del territorio attraverso la ristorazione con “Valtellina: gastronomia e futuro Il richiamo della montagna” condotta da Gabriele Gorelli, insieme a Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose, Carlo Passera, coordinatore della redazione di Identità Golose, Alessandro Negrini, chef stellato di origine Valtellinese e Giacomo Mojoli. “La Valtellina oggi ha un’occasione”, commenta Gabriele Gorelli, “in un mondo che cerca rarità e vini di territorio c’è una grande opportunità da cogliere, specialmente parlando di Nebbiolo delle Alpi. Lavorare sull’originalità
– o meglio, l’unicità – di una varietà reputata per vini di altissima qualità in una denominazione con un territorio irripetibile è la scelta vincente. Inoltre, la latitudine di beva dei Valtellina è particolarmente ampia e permette di soddisfare il mercato anche con l’estate alle porte”.
 Proprio lo Sforzato di Valtellina, il vino icona del territorio, l’unico vino al mondo secco ottenuto da uve Nebbiolo appassite, frutto del territorio, di tecnica e di ricerca, vede oggi una riscoperta in chiave contemporanea. Lo Sforzato, o Sfursat di Valtellina, è espressione della storia e della cultura valtellinese. Un vino protagonista nel portare nel futuro la tradizione e l’innovazione della viticoltura che contraddistingue il territorio. Il nome nasce dalla tradizione locale di “sforzare” le uve, ottenendo il loro appassimento. Questo dà vita a un vino raffinato, di struttura e di carattere. Con il suo sguardo locale e al tempo stesso internazionale, Gorelli aggiunge: “L’esercizio della masterlab ’Sforzato contemporaneo’, con l’assaggio di quattro esempi (La Grazia, Sforzato di Valtellina DOCG Fiori di Sparta 2017, Tenuta Scerscè Sforzato di Valtellina DOCG Infinito 2018, Convento San Lorenzo Sforzato di Valtellina DOCG Ventum 2018, Nino Negri Sforzato di Valtellina DOCG 5 Stella 2020 – in uscita -) è stato quello di individuare le caratteristiche che lo Sforzato dovrebbe avere per presentarsi al mercato di domani. Il tema è quello di affrancarsi dal 'vino da meditazione’ e far capire che lo Sforzato può essere il meglio dei due mondi: un appassimento avvolgente con il carattere distintivo del Nebbiolo”.
 La Valtellina chiama, Milano risponde: “A Milano ci sentiamo a casa – commenta Danilo Drocco, Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Valtellina – Tanti sono i rapporti che legano la Valtellina alla città e ai milanesi. Il Nebbiolo delle Alpi può diventare, con le altre eccellenze enologiche lombarde da proporre ai numerosi turisti che visitano Milano, il vino rappresentativo della città, capace di essere abbinato ai piatti tradizionali ma anche di saper rispondere alle necessità di una ristorazione globale. La bellezza e la naturale biodiversità della Valtellina sono direttamente espressi nelle caratteristiche organolettiche del nostro Nebbiolo: eleganza, freschezza e sapidità”.

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