Dj morta, forse Viviana si è suicidata: “Non ha ferite d’arma da fuoco o da taglio

Viviana non sarebbe stata uccisa. E’ più probabile il suicidio. Emergono nuovi particolari dall’autopsia eseguita martedì sera sul corpo di Viviana Parisi, la deejay di 43 anni trovata morta sabato nei boschi di Caronia (Messina), cinque giorni dopo la sua scomparsa. Non ci sono ferite da arma da taglio o ferite da arma da fuoco sul corpo della donna, come conferma l’avvocato Pietro Venuti, legale della famiglia del marito della donna. Il suo corpo “presenta ferite compatibili con una caduta”. Quindi “non è stata colpita con un’arma”, ha detto. Cosa è accaduto allora nei boschi di Caronia? Viviana si è tolta la vita, dopo avere ucciso il figlio Gioele? E il bambino dove è finito? Le speranze di ritrovarlo sono ridotte ormai al lumicino, come fanno capire, senza dirlo ad alta voce, i soccorritori che da dieci giorni non si sono mai fermati. Nel frattempo, il professor Stefano Vanin, l’entomologo forense di Genova che ieri ha partecipato all’autopsia sul cadavere di Viviana è al lavoro per scoprire l’orario del decesso della deejay di 43 anni. Vanin, noto per essere stato il perito nei casi di Yara Gambirasio, Melania Rea e Lucia Manca, lavora sulle larve e gli insetti trovati sul corpo per potere stimare con precisione il momento della morte. E, soprattutto, se la donna è morta lì o è stata trasportata sul posto da qualcuno.

Ecco perché ieri pomeriggio, prima di recarsi all’ospedale Papardo di Messina, l’entomologo forense ha fatto un sopralluogo nel posto in cui è stato trovato il corpo della donna per prelevare dei reperti, insetti e larve. Da oggi è al lavoro per il lavoro di laboratorio, per “l’identificazione della specie, il confronto con i dati termici e quindi si arriverà a una stima dei tempi del decesso”, ha detto. Dall’esame autoptico sono emerse numerose fratture alle vertebre e agli arti superiori e inferiori. Ma non si sa se siano dovute a una caduta o a un atto violento. “Al momento non possiamo escludere nulla, perché le lesività sul corpo che abbiamo rilevato possono essere compatibili con tutte le ipotesi possibili”, si è limitata a dire la professoressa Elena Ventura Spagnolo, uno dei periti della Procura di Patti che ha eseguito l’autopsia sulla vittima. Ma oggi si conosce qualche particolare in più. L’avvocato Venuti, legale del marito della vittima, Daniele Mondello, invece, va oltre e, dopo avere parlato con il consulente, la dottoressa Pina Certo, dice che le fratture trovate su più parti del corpo della donna “sono compatibili con una caduta dall’alto“. Quindi dal traliccio a pochi metri dal ritrovamento del corpo di Viviana? E’ caduta dopo essersi arrampicata? Venuti fa anche un appello : “Faccio anche io un appello da parte della famiglia, come ieri ha fatto il procuratore, chiedendo a chiunque abbia visto qualcosa subito dopo l’incidente o nei momenti precedenti, affinché si faccia vivo con gli inquirenti e dica cosa ha visto“, dice. Ma la famiglia vuole sapere soprattutto se la donna fosse sola o con il figlio.

Il sindaco di Sant’Agata di Militello, Bruno Mancuso, si è fatto un’idea: “Secondo me nessuno si fa vivo perché nessuno ha visto Viviana Parisi, ecco perché nessun cittadino di Sant’Agata ha chiamato la Procura”. In una intervista all’Adnkronos Bruno Mancuso si rivolge ai testimoni ‘scomparsi’. E sempre a Sant’Agata c’è stato anche il ‘buco’ di 22 minuti tra il momento in cui è uscita dall’autostrada e il momento in cui poi è rientrata. Dal suo paese, Venetico, ha raggiunto Milazzo dove avrebbe dovuto comprare delle scarpe al figlio Gioele, di 4 anni, scomparso nel nulla. A Milazzo, anziché fermarsi come aveva detto al marito, ha imboccato l’autostrada in direzione Palermo ed è uscita allo svincolo di Sant’ Agata, senza pagare il pedaggio.

“A Sant’ Agata non sappiamo cosa abbia fatto per venti minuti, poi si è rimessa in marcia fino al punto in cui è accaduto l’incidente in autostrada”, aveva spiegato dopo la sparizione il Procuratore Cavallo. Dopo pochi giorni c’è stato il ritrovamento del corpo della donna Intanto, nel quartier generale delle ricerche, in una stazione di servizio dell’Ip a Marina di Caronia, le attività non si fermano. I mezzi dei Vigili del fuoco, della Protezione civile, della Guardia di Finanza, dei forestali, sono tutti lì. Vanno e vengono alla zona da bonificare. Sulla mappa dei Vigili del fuoco ci sono tre colori: verde, cioè la zona già bonificata, giallo, cioè la zona controllata oggi e rossa, quella ancora da bonificare. “Lo dobbiamo trovare”, dicono sottovoce. “Ad ogni costo”. Vivo? Un vigile del fuoco alza le braccia e se ne va. (Adnkronos)

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