Sanità. Alberto Zangrillo: “Non faccio politica ma sulle risorse ha ragione Meloni”

(Adnkronos) – "Non faccio politica ma ho molto apprezzato la considerazione di Giorgia Meloni sulla necessità di avere cura di come vengono utilizzate le risorse in sanità". A evidenziarlo all'Adnkronos Salute è Alberto Zangrillo, direttore di Anestesia e Rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele, intervenuto alla presentazione del libro dell'infettivologo Matteo Bassetti, 'Pinocchi in camice', nel capoluogo lombardo. In questi giorni infuoca la polemica intorno alla Nadef (Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza) e al rischio che la sanità non riceva i finanziamenti prospettati. Da più parti sono arrivate critiche al Governo e accuse di voler tagliare a un settore cruciale. Da parte sua Meloni ha replicato che non è solo e sempre una questione di mettere più risorse. "In Italia – denuncia Zangrillo – esiste una fronda diffusa e trasversale pronta ad utilizzare ogni argomento utile a bloccare il Paese. Gli argomenti sanitari si prestano benissimo a questo scopo".  Tornando al nodo dei fondi per la sanità, per lo specialista è necessario in primo luogo "monitorare attraverso un'azione di verifica costante tra Regioni e Stato centrale come vengono utilizzate le risorse", conclude. MEDICI SPECIALIZZANDI E RESPONSABILITA' – Una delle emergenze del Servizio sanitario nazionale che più è stata sotto i riflettori è la carenza dei medici, in particolare in alcune aree come l'emergenza urgenza. Un tema che si intreccia anche con il nodo del ruolo degli specializzandi in ospedale e della necessità di inserirli completamente nell'attività di assistenza e cura. "Non esiste che un medico in formazione non possa assumere incarichi di responsabilità all'interno di un ospedale fino al conseguimento della specialità. Una persona non può e non deve attendere 30 anni prima di qualificarsi professionalmente", è la visione di Zangrillo. "Ai miei tempi – racconta – ero di guardia da solo in Pronto soccorso durante la scuola di specialità. Ero spaventato ma sono cresciuto". —salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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