Rometta festeggia San Leone, il santo patrono

Fede e tradizione, ma con le limitazioni imposte dal tempo particolare che stiamo vivendo. Dopo la novena nella Chiesa Madre a Rometta in onore di San Leone oggi è la festa del patrono, ancora molto sentita dai romettesi. Solennità quest’anno ancora limitata alla solenne celebrazione eucaristica. La prima domenica di maggio solitamente è in programma il pellegrinaggio, ma ancora da definire per quest’anno. Per ricordare l’acqua provvidenziale fatta cadere dal Santo durante una persistente siccità, che minacciava il raccolto delle campagne, tutto il popolo, pieno di fede e di fiducia, si portò alla sua grotta miracolosa.

San Leone è una frazione romettese in una vallata tra la catena principale dei Monti Peloritani ed un contrafforte di essa nel territorio di Rometta. Imboschita di querce e di castagni, tra macchie di eriche e di ginestre, è attraversata da frequenti rivoli di limpide acque che vanno poi a convogliarsi nel Niceto. In questa valle è tradizione che si sia rifugiato per qualche tempo San Leone, Vescovo di Catania, condannato all’esilio da Costantino V Copronimo, il feroce iconoclasta. Visse San Leone nell’VIII secolo dell’era cristiana e fu Vescovo di Catania tra il 720 e il 780 e, certamente, non oltre il 787, anno in cui si celebrò il VII Concilio Ecumenico, a cui partecipò il Vescovo di Catania, Teodoro, suo successore.

La festa di San Leone si celebra il 20 febbraio, perché in tale data presumibilmente nell’anno 789 Egli volava al cielo in un monastero da Lui fondato, dopo aver fatto ritorno in Catania. Oltre che in Saracena di Calabria, San Leone viene anche onorato in altri paesi della provincia di Messina, come Longi e Sinagra. In questi ultimi centri il nostro Santo si sarà certamente fermato qualche tempo o nel venire da Catania a Rometta o nel tornare da Rometta a Catania.

Esiste una tradizione che a Rometta sia venuto anche un monaco durante il Medioevo da Reggio Calabria di nome Leone Rabiti per emulare le gesta del nostro Santo Patrono.

Ecco integralmente l’inno che si canta durante la novena e per il giorno di festa in onore del Patrono di Rometta:

INNO A SAN LEONE

  1. O gran Santo Taumaturgo, di Rometta Protettore, a Te ascenda con ardore delle preci il canto umil.

Rit. Nostro padre ed avvocato, guarda ai piè prostrati i figli. Della vita nei perigli Tu ci salva e guida al ciel.

  • Fosti esempio di fortezza in un secol vile e rio.

La tua viva fede in Dio dal naufragio ti salvò. Rit.

  • Quella rea concupiscenza che ogni vol ci tarpa al cielo,

non ti fè giammai di velo nell’acquisto del tuo ben. Rit.

  • Dalle insidie e dalle trame, che l’inferno a Te pur tese,

eludendo sue pretese, Tu ne uscisti vincitor. Rit.

  • Dispregiando questa terra, verso Dio levasti il canto

dell’amor più puro e santo, che ci possa inebriar. Rit.

  • Umiltade gran Regina! Tu n’amasti il suo bel core,

di superbia ogni furore, giacque in Lui per tal virtù. Rit.

  • Nella vita tua mortale, benché puro ed innocente,

fosti ancora un penitente d’una asprezza singolar. Rit.

  • Anche il mago Eliodoro fu per te raggio di luce,

poiché vinto, a Te qual Duce si rivolser gli infedel. Rit.

  • O gran Santo dispensiero, d’ogni grazia a Dio gradita.

Ogni istante della vita sia per noi un volo a Te. Rit.

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