Monforte San Giorgio, il filo che unisce… una comunità per il prossimo Natale

Un filo di lana magicamente unito, lungo più di 50.000 m, strettamente intrecciato da un uncinetto tra le mani di 40 donne monfortesi. Così prendendo spunto da un’iniziativa nata a Trivento in Molise, con un passaparola dettato solo dal desiderio di “fare”, in meno di due mesi, queste donne hanno realizzato 1800 piastrelle di lana all’uncinetto. Aiutate dall’Associazione Katabba che ne sta curando l’assemblaggio, la struttura e il montaggio diventeranno un albero di Natale. L’albero sarà collocato nella piazza del paese, il cuore di questa comunità. Una struttura alta circa 8 metri, intorno alla quale verrà cucito un prato multicolore. Ogni piastrella rappresenta la personalità e la creatività di chi l’ha realizzata, 1800 piastrelle diverse che insieme rappresentano l’unità di questo paese, il senso di appartenenza, la voglia di contribuire e collaborare. In questo particolare momento in cui tutto ciò che era normale viene vanificato da un mostro chiamato Covid  queste mamme, nonne, zie, insegnanti mandano attraverso le parole del Presidente dell’Associazione Katabba, Placido Visalli, un messaggio molto particolare: “Un’arte antica, imparata da molte delle nostre donne, a cui va un enorme grazie,  da una nonna, una vicina, diventa il mezzo per rallegrare un Natale molto diverso, per sentirci uniti a chi è lontano e non potremo abbracciare intorno ad un albero addobbato, o seduti  ad una tavola imbandita, a chi  malato non potremo consolare, a chi solo non potremo ospitare. Un albero che illuminerà la nostra piazza in attesa di poterci riunire ancora ai piedi della nostra Chiesa Madre, per i tanti eventi che ci hanno visto sempre protagonisti. Un filo di lana che ci unisce mentre speriamo che quest’albero, doni un sorriso ai nostri bimbi e ci faccia riflettere sull’importanza dello stare insieme, del costruire insieme senza presunzioni. Perché il valore delle cose, delle persone, del lavoro si comprende, purtroppo, solo quando non ci sono più. Immagineremo i nostri cari lontani, i nostri nonni chiusi in casa , i nostri piccoli eroi bambini, festeggiare con noi sotto quest’albero e forse sarà un po’ più  Natale”.

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