Messina, medici accusati di truffa ai danni dello Stato per aver impiantato protesi mammarie dopo diagnosi false: processo alle fasi conclusive

Dovrebbe essere ormai alla fasi conclusive il processo contro i medici Elio Calbo, il figlio Enrico e Massimo Marullo, accusati di truffa ai danni dello Stato per aver impiantato protesi mammarie evitando la clinica privata e gravando sui conti dello Stato. E di aver redatto perizie false e diagnosticato falsi tumori, per cui i medici procedevano a interventi demolitori, per poi rifare il seno alle signore, con criteri di chirurgia estetica,  interventi che spesso bisognava anche ripete. Ieri è stata chiusa l’istruttoria dibattimentale e l’ufficio di procura ha illustrato le proprie conclusioni: il PM , dopo aver ripercorso tutto l’iter istruttorio, ha ravvisato la penale responsabilità di tutti e tre gli imputati, ai quali sono stati contestati ben 17 capi d’accusa ovvero la falsità delle cartelle cliniche dei pazienti avuti in cura ed ha chiesto al tribunale di Messina la penale responsabilità dei medici a 4 anni e tre mesi di reclusione. Dopo tale richiesta la parola è passata alle parti civili ovvero all’Azienda Policlinico universitario di Messina, rappresentato dall’avvocato Carmelo Scillia, ed all’unica paziente presente in giudizio, difesa dall’avvocato Luigi Giacobbe, che hanno rimarcato quanto già esternato dal PM, ovvero l’illiceità della condotta degli imputati e la conseguente richiesta di risarcimento danni. Infine l’arringa dell’avvocato Giuseppe Vadalà Bertini, il quale difende il Policlinico come responsabile civile in quanto chiamato in causa dalla paziente quale datore di lavoro degli odierni imputati. A questo punto il tribunale ha rinviato al 31 ottobre per l’arringa dei difensori degli imputati per poi emettere la sentenza.

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