Lo strazio del papà di Viviana Parisi:”Qualcuno le ha fatto del male”

Ha sperato fino all’ultimo che quella notizia non arrivasse mai. Poi è scoppiato in un pianto. Il papà di Viviana Parisi ha detto quello che pensa a Repubblica. Ecco l’intervista completa. “Mia figlia non si sarebbe mai fatta del male, è troppo affezionata a suo figlio, a mio nipote”, diceva così due giorni fa Luigino Parisi, il padre di Viviana, la dj di 43 anni scomparsa nella zona di Caronia, nel Messinese, insieme al Gioele Mondello, il figlio di 4 anni. Ne è convinto anche adesso papà Luigino, ora che ha scoperto che sua figlia è morta nei boschi di Caronia, a  poche centinaia di metri da dove è stata ritrovata la sua Opel Corsa domenica mattina. “Le  hanno fatto del male, l’hanno amazzata”, dice e la sua voce non tradisce nemmeno più le lacrime perché forse in cuor suo temeva che la storia della scomparsa di sua figlia e suo nipote non poteva finire bene. Per tutto il pomeriggio, insieme alla moglie, nella loro casa di Torino, nel quartiere San Paolo, ha sperato che quel corpo di donna sfigurato, trovato nei boschi di Caronia dove per giorni l’hanno cercata i soccorsi e anche decine di amici della dj, non fosse quello di Viviana. La conferma è arrivata in serata: la donna indossava la fede e l’anello portava il nome di Daniele Mondello, il marito.

Il cuore già in frantumi del padre si incrina ancora un po’ quando pensa che a questa terribile storia manca ancora un tassello. Che fine ha fatto Gioele? “Mia figlia è morta e mio nipote però non c’è? Qualcuno lo ha portato via? Se lo avessero attaccato gli animali lo avrebbero trovato morto, avrebbero trovato almeno delle tracce. E allora dove può essere andato un bambino di 4 anni senza la sua mamma?”. Domande che per ora restano senza risposta. 

“Adesso partiremo, andremo giù, partiamo appena troviamo il biglietto”, spiega il padre. La sua serenità  è stata spazzata via con una telefonata del genero nel pomeriggio. Ora, da uomo pratico quale è cerca di mettere in fila i fatti. “Ma se tutti questi testimoni l’hanno vista allontanarsi a piedi, perché non l’hanno seguita? Qualcuno forse avrrebbe potuto aiutarla”. Lui, autista Gtt per 38 anni non si sarebbe tirato indietro: “Sono sempre intervenuto se c’era qualche problema, ho fermato una violenza una volta. Se qualcuno poteva aiutare mia figlia, forse non lo ha fatto. Forse non l’hanno cercata abbastanza. Forse ha incontrato nei boschi chi le ha fatto del male”. Luigino sta costruendo un muro di dubbi per dare una spiegazione alla più tragica delle notizie. “Adesso bisogna pensare a Gioele”.

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