Israele, Tajani in Egitto: “Massimo impegno per ostaggi italo-israeliani”

(Adnkronos) – Nell'incontro in Egitto con il Segretario generale della Lega Araba Ahmed Aboul Gheit, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ''insistito sui due cittadini italiani che hanno doppio passaporto e che molto probabilmente sono tra gli ostaggi'' di Hamas, catturati dopo l'attacco a Israele di sabato scorso. In un punto stampa al Cairo, Tajani ha detto che ''stamane ho parlato con il figlio e gli ho confermato che il governo italiano, in collegamento con le autorità israeliane, sta facendo di tutto per liberare i due cittadini di cui non abbiamo notizie''. Tajani ha aggiunto che ''noi lavoriamo per evitare che ci sia una conclusione tragica per gli ostaggi'' e ''siamo favorevoli a corridoi umanitari per la liberazione dei prigionieri''. Il ministro ha espresso al segretario della Lega Araba l'importanza di lavorare per ''una de escalation del conflitto'' in Medioriente ''evitando che si estenda in Libano'' e per ''salvare la vita degli ostaggi'' che è ''una priorità''. Tajani ha chiesto di fare ''tutto il possibile per la de escalation''. Il vicepremier e ministro ha in programma incontri con il presidente Abdel Fattah al-Sisi e il ministro degli Esteri Sameh Shoukry. I due cittadini italo-israeliani con doppio passaporto dispersi sono marito e moglie, Eviatar Mosche Kipnis e Lilach Lea Havron. La coppia viveva nel Kibbutz di Be'eri dove a 48 ore dall'attacco sono stati scoperti più di 100 corpi. "L'ultima cosa che ricordo di mia madre è la sua voce preoccupata al telefono, poi all'improvviso il suono degli spari che rompono i vetri, rumori duri e sconosciuti che entrano nella nostra casa, la telefonata che s’interrompe… ", ha detto il figlio Yotam a Radio Rai. "Dobbiamo la cittadinanza italiana al mio bis nonno materno, che era il Medico del re Vittorio Emanuele III, si chiamava Giacomo di Castel Nuovo. Voglio anche aggiungere che mio padre è un appassionato della lingua italiana. L'ultima volta che sono andato a trovarli declamava a gran voce versi in italiano… – continua Yotam Kipnis – Quando penso ai miei genitori cerco di essere il più ottimista e speranzoso possibile; è un modo per incoraggiare me stesso, per non farmi paralizzare dal dolore, per fare qualcosa che possa aiutarli a restare in salute e salvi". "Mio padre è un disabile, soffre di un problema neurologico, è sulla sedia a rotelle, deve andare in ospedale una volta a settimana per le medicine, altrimenti il suo corpo si paralizzerà completamente, soffre di una malattia importante che coinvolge i nervi. Ma, da sabato, dal suo account whatsapp è stata cancellata la sua foto, ed è sparito da tutte le chat… – racconta ancora Yotam Kipnis – E' come vivere in un limbo, non so se i miei genitori siano vivi o morti … cerco di essere realistico e fare tutto quello che è in mio potere per aiutare, non solo per i miei ma per tutti gli ostaggi. Chiedo all’Italia e agli italiani di aiutarci a fare in modo che parta una trattativa, e che almeno possano ricevere medicine. Penso che due Stati che cercano di liberare gli ostaggi siano meglio di uno, credo che questo sia il momento di trovare unione".
 —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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