Fraser-Pryce: “Jacobs a Tokyo ha dato il meglio, Olimpiadi stimolano in modo unico”

(Adnkronos) – “Cosa penso di Marcell Jacobs? E’ difficile da dire. Le Olimpiadi sono un’esperienza in cui le persone tirano fuori cose inaspettate, il meglio di loro, c’è un ambiente che stimola in un modo unico, ci sono i migliori dei migliori. Non posso dire cosa farà un atleta alle olimpiadi perché non si può sapere cosa possa stimolare un ambiente del genere, come è successo a Jacobs a Tokyo”. Sono le parole della leggenda dell'atletica Shelly-Ann Fraser-Pryce, a Parigi alla stampa italiana, tra cui l'Adnkronos, presente per la cerimonia dei Laureus Awards, parlando dell'oro olimpico dei 100 metri a i Giochi di Tokyo, Marcell Jacobs in vista dei prossimi Giochi francesi. La campionessa olimpica nei 100 metri a Pechino 2008, Londra 2012 e Tokyo 2020 e con 10 ori mondiali tra i 100, 200 e 4×100, compresa la prova regina nell'ultimo appuntamento di Eugene (2022), sui suoi prossimi Giochi ha poi aggiunto: “io so come voglio arrivare, a livello di lavoro e consapevolezza, a Parigi 2024, è l’unica cosa che posso dire”. “L’ultimo anno è stato fantastico. Sto lavorando e costruendo su quelle sensazioni. L’anno scorso ho capito davvero di esserci quando ho ottenuto il tempo di 10.60. Voglio abbattere la barriera e arrivare a 10.50. Da atleta di esperienza hai il vantaggio di conoscere il tuo corpo, le tue sensazioni, sai come ti senti, quindi dipende da te essere strategica e quando gareggi assicurarti di fare il percorso giusto per arrivare pronta quando conta nel 2024”, ha aggiunto Shelly-Ann Fraser-Pryce, a Parigi, sui prossimi obbiettivi sportivi e non solo.  La vita della campionessa giamaicana è cambiata da quando è diventata madre. “La vita è cambiata completamente per me come atleta. Ero completamente impegnata nel mio essere atleta, imponendomi disciplina. O
ra che devo bilanciare l’essere atleta con l’essere madre non è facile, soprattutto ora che mio foglio ha 5 anni. Mi impegna molto ed ha bisogno di me. La concentrazione e l’impegno che ho sviluppato nell’essere atleta ora lo devo utilizzare anche nel prendermi cura di mio figlio, che è una sfida per entrambi i fronti di madre e atleta. Ho la fortuna di avere il supporto costante di mio marito con cui condividiamo la responsabilità di crescere nostro figlio, è fondamentale per poter trovare l’equilibrio tra gli impegni dell’essere atleta e madre”, ha aggiunto la velocista. “Mio figlio è il mio primo fan? Assolutamente si. Ho un aneddoto divertente di venerdì quando si stava preparando per una lezione di scienze e mi ha chiesto di approfondire insieme il tema del sistema solare. Ha detto che vuole fare l’astronauta e allora gli abbiamo fatto un costume da astronauta. Al mattino quando l’ho portato a scuola gli ho detto “ciao astronauta’ e lui ha risposto ciao ‘pocket rocket’”.  La sprinter giamaicana, tre volte campionessa olimpica nei 100 metri a Pechino 2008, Londra 2012 e Tokyo 2020 ha parlato di come arrivare pronta ai grandi appuntamenti. “Non ho segreti. Sono una persona molto competitiva. So che voglio arrivare alla linea di partenza con la consapevolezza di aver lavorato duramente ed ho messo tutto quello che avevo per arrivare a quel momento, e che mi sono data le migliori occasioni per arrivare al mio meglio. E quindi concentrarmi su quello che mi ha portato lì, le cose che hanno funzionato”, ha aggiunto Fraser-Pryce.  “Mi fa piacere essere riconosciuta non solo per la mia attività sportiva ma anche perché le mie colleghe mi riconoscono come una icona. Sono molto felice di questa candidatura ai Laureus Awards”, ha poi aggiunto parlando degli Oscar dello Sport. "Mi sento bene, non sono tante le atlete che tornano in gara dopo aver avuto un figlio. Ho sempre voluto tornare ed ero convinta di poterlo fare. Oggi sono un’atleta, sono una madre, sono una donna, ma sono ancora Shelly-Ann", ha confessato la giamaicana, 36 anni e candidata ai Laureus Awards 2023 insieme alla calciatrice del Barcellona Alexia Putellas, alla sciatrice americana Mikaela Shiffrin, alla tennista polacca Iga Swiatek, la nuotatrice Katie Ledecky e l'atleta nordamericana Sydney McLaughlin-Levrone. “Ora mi sento più matura come atleta e i risultati sono frutto del mio percorso: “voglio sempre fare del mio meglio in tutto quello che faccio", ha sottolineato Fraser-Pryce. “Onestamente non sento la pressione, voglio solo fare il mio lavoro per arrivare alle altre gare da fare, se poi altri atleti sentono la mia pressione non lo so”. La giamaicana si è anche complimentata con lo Stade de France, che ospiterà gli eventi di atletica. "Ho corso lì e crea sempre un'ottima atmosfera". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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