Ue, terzo giorno di lavori. Conte: “Dobbiamo chiudere”

Terzo giorno per il Consiglio europeo, chiamato a decidere sul Recovery Plan e il Bilancio Ue 2021-2027. Il nuovo appuntamento è fissato alle ore 12.

Dobbiamo fare di tutto per chiudere. Rimandare la partita non giova a nessuno“, ha sottolineato il premier, Giuseppe Conte, ieri sera in un punto stampa, aggiungendo che “siamo tutti vincitori o siamo tutti sconfitti”. “Siamo tutti sulla stessa barca, non stiamo aiutando l’Italia ma consentendo a tutti di riparare i danni della pandemia: le economie sono integrate”, ha affermato.

Ammettendo “l’impasse”, il premier ha spiegato che “la partita è ancora aperta”. “Ci sono ancora punti specifici – continua – sui quali stiamo discutendo, anche animatamente, negoziando, tra cui ripartizione tra sussidi e prestiti. Stiamo discutendo su alcuni profili che riguardano l’attuazione dei programmi, su alcune condizionalità come lo Stato di diritto, sugli sconti che vengono concessi, i famosi ‘rebates’, che riguardano il Qfp. Poi ci sono altri punti sui quali il negoziato è molto duro”, ha affermato.

“Stiamo cercando soluzioni per convincere anche i Paesi più restii e riluttanti” cioè “i famosi Paesi frugali”a sottoscrivere questo accordo”, ha detto, ricordando che per un accordo “occorre l’unanimità: un solo Stato lo può bloccare. Dobbiamo convincere tutti che siamo una casa comune e che dove da una parte si perde, dall’altra si prende”.

Per quanto riguarda il Recovery Plan, “è ovvio che, se viene approvato un piano e dei fondi straordinari vengono erogati in vista della realizzazione di un programma di investimenti, è giusto che ci siano delle verifiche e gli stessi piani sono concepiti in modo che tutte le erogazioni avvengano sulla base dello stato di avanzamento dei progetti”. “Il problema – continua Conte – è che quando andiamo ad operare verifiche e controlli, deve esserci un sistema che sia compatibile con le previsioni dei trattati. Non dobbiamo alterare l’equilibrio istituzionale: su questo sono intransigente. E, se mi permettete, lo sono ancora più della Commissione. Sto rivendicando questo aspetto nell’interesse della Commissione, del Parlamento e dell’equilibrio di tutti i poteri”. “In tante ore di negoziato – aggiunge – il dubbio che non ci sia la consapevolezza del momento che stiamo affrontando, dei valori che sono in gioco, dell’obiettivo di preservare il mercato unico e tutelare la competitività dell’Europa rispetto al mondo, il dubbio che qualcuno perda di vista questo obiettivo assolutamente c’è, lo confesso”, conclude Conte.

Quanto al premier olandese Mark Rutte “ho un buon rapporto personale”, anche se poi “lo scontro è durissimo”, ma “non si è mai permesso di chiedermi di fare questa o quell’altra riforma”. Con Rutte “ci siamo scontrati in modo molto duro e serrato – continua – perché ritengo che la sua richiesta di porre il veto, chiedere l’unanimità e di coinvolgere il Consiglio Europeo nella fase attuativa del piano di rilancio sia una richiesta indebita dal punto di vista giuridico e politico”, oltre che “poco praticabile in concreto”. Inoltre “le riforme saranno proposte dal singolo Paese: non c’è un’Europa che chiede questa o quella riforma. Ci sarà il singolo Paese che presenterà delle proposte, con un piano per gli investimenti e le riforme”, conclude Conte.

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