Coronavirus, caos a Termini per falso allarme contagio su treno

Falso allarme alla stazione Termini per un sospetto caso di contagio da coronavirus a bordo di un treno diretto a Reggio Calabria. E’ accaduto nel pomeriggio, poco dopo le 17 di ieri. In realtà il panico è stato causato da un equivoco, frutto, a quanto apprende l’Adnkronos, di una conversazione male interpretata tra viaggiatori. Dopo gli accertamenti si è chiarito che si trattava solo di un falso allarme e il treno è ripartito. A causa del falso allarme è arrivata anche un’ambulanza alla stazione.

Intanto, salgono a sette le vittime in Italia per coronavirus. Il nuovo decesso è un 62enne di Castiglione D’Adda, nel lodigiano. Il bilancio dei morti sale così a 6 in Lombardia e 1 in Veneto. Il 62nne, informa la Regione in una nota, aveva già importanti compromissioni a livello cardiaco e renale ed era stato trasportato al Sant’Anna di Como dall’Ospedale di Lodi.

Tra le vittime delle ultime ore anche un 84enne ricoverato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo – “una persona anziana con altre patologie” ha spiegato il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, a ‘Radio anch’io’ su Radio Rai 1 – e un 88enne originario di Caselle Landi.

Fino alle 18 il bilancio registrava 229 persone contagiate e, secondo quanto comunicato dal commissario straordinario per l’emergenza, Angelo Borrelli, le persone positive che sono ancora affette dal virus sono 222, confermando che “non ci sono altri focolai” e non “ho avuto conferma di legami tra i focolai”.
LOMBARDIA – “Il numero dei contagiati è arrivato a 172” ha confermato nel pomeriggio il governatore lombardo. “La popolazioni sta reagendo positivamente alle misure emesse, accaparrarsi il cibo è inutile” ha ammonito Fontana. Che ha espresso “grande fiducia che misure daranno risultati” ed è tornato a invitare la popolazione “usare il numero 800.89.45.45”. E ancora: “Non escludiamo di aver individuato due piste che potrebbero ricondurre al paziente zero” ha detto poi a ‘SkyTg24’ il presidente della Lombardia. Si tratta di due piste “legate al lodigiano” e alla Cina.

TAMPONI – Inoltre, ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, “da adesso in poi i tamponi per rilevare la presenza del nuovo coronavirus verranno eseguiti sui contatti dei pazienti positivi, solo quando sviluppano sintomi”. Gallera ha chiarito il senso del cambio di strategia: “All’inizio, quando i casi erano pochi, la strategia è stata quella di fare i tamponi a tutti i contatti diretti” dei casi positivi, “perché lo scopo era ricostruire il percorso dell’infezione in modo da poterla isolare. E’ quello che abbiamo fatto sostanzialmente fino a ieri (domenica, ndr) ed è il motivo per cui abbiamo anche una grossa evidenza, circa il 50%, di persone senza sintomi che hanno il coronavirus e che molto probabilmente lo supereranno senza neanche rendersene conto”. Mentre, da adesso, “abbiamo ritenuto che era inutile, visto il gran numero di persone positive, riandare a fare i tamponi a tutti i contatti dei positivi”.

VENETO – Sale a 33 il numero di contagiati in Veneto, secondo quanto confermato dal presidente Luca Zaia, che ha spiegato che “il nuovo caso è stato registrato nel cluster di Vo’ Euganeo”.

EMILIA-ROMAGNA – E c’è un nuovo caso anche in Emilia-Romagna, “riscontrato a Piacenza”. A renderlo noto è l’assessore regionale alle Politiche della Salute, Sergio Venturi. Si tratta di un operatore sanitario che ha avuto contatti con un paziente ricoverato a Piacenza. “Siamo venuti a conoscenza di questo nuovo caso perché lo abbiamo cercato. A Piacenza abbiamo fatto 400 tamponi tra ieri e oggi ed è anche abbastanza normale purtroppo che troviamo qualche nuovo caso. Anche quest’ultima persona è stata in contatto con il focolaio del basso Lodigiano. Noi non abbiamo focolai dentro la Regione Emilia-Romagna”. Finora, dunque, ammontano a 18 i casi in Regione, tutti riconducibili al focolaio di Codogno.

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