Commemorazione morte Paolo Borsellino. Le pubbliche scuse del procuratore antimafia Melillo per depistaggi ed errori

“Riina e i suoi erano solo una delle componenti di un complesso sistema che annoverava al suo interno l’establishment: presidente del Consiglio, politici, assessori regionali, capo della polizia. Tutti sottoposti a processo e in molti casi condannati. Tutto ciò rimane tabù nelle cerimonie del 23 maggio per Falcone, poi le autorità statali si dileguano e si vedono bene dal presentarsi il 19 luglio per replicare il canovaccio: sanno bene che non possono farlo perché la loro presenza è bandita”. Così l’ex procuratore generale di Palermo e componente del pool di Falcone Borsellino, Roberto Scarpinato, al convegno Pd a Palermo.  Il procuratore nazionale antimafia Luigi Melillo, in un’intervista al Corriere della Sera, ritiene che non sia stata fatta ancora giustizia sull’assassinio del magistrato che combatteva Cosa Nostra in Sicilia. «A prescindere dalle responsabilità dei singoli, che si possono valutare soltanto nelle sedi istituzionali, per la responsabilità della mia funzione non posso che chiedere pubblicamente scusa per tutte le omissioni e gli errori, ma anche per le superficialità e persino le vanità che hanno ostacolato la ricerca della verità sulla strage. – ha detto Melillo – Sono scuse che porgo con rispetto e profonda consapevolezza ai familiari delle vittime e alle persone che, innocenti, sono state trascinate nel baratro della condanna per quel delitto. Gli uni e le altre sanno assai meglio di noi che il tempo non lenisce quelle ferite, se tante domande restano senza risposta».

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