Certificazione Unica 2020 Inps con dati errati. La Confelp chiede di non applicare sanzioni ed interessi ai cittadini

Aveva sbagliato l’Inps nell’inviare la Certificazione Unica 2020 con dati errati, ma il rischio è che a pagare sanzioni ed interessi siano i contribuenti presentando istanze integrative a modifica delle precedenti dichiarazioni dei redditi. Coinvolti principalmente disoccupati, pensionati e cassa integrati. La Confelp fa appello a tutte le istituzioni preposte di non far pagare sanzioni ed interessi ai contribuenti per questo “errore” commesso dall’Inps.

 Questa la richiesta della Confederazione, inviata ai Ministri Gualtieri e Catalfo, oltre che al Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico, in seguito alla comunicazione ricevuta da centinaia di migliaia di Cittadini, pensionati, disoccupati e e cassaintegrati, tramite la quale l’INPS ha inviato la Certificazione Unica 2020 corretta, rispetto a quella già inviata mesi fa è presentata in fase di redazione della dichiarazione dei redditi.

Considerato che l’errore, seppur involontario da parte dell’INPS, ha comunque delle ripercussioni sui soggetti per i quali è stata emessa la CU errata, che dovranno presentare una dichiarazione integrativa, la Confelp richiede che, per questi, non vengano applicate sanzioni e interessi, previsti nei casi “ordinari” di dichiarazioni integrative con i versamenti oltre i termini.

“L’errore è umano – commenta il Segretario Generale, Salvatore Orlando – ma considerato che ciò è avvenuto a causa di un errore dell’Istituto riteniamo corretto non sanzionare ulteriormente i Cittadini che, oltre al disagio, dovrebbero anche, in caso di maggior imposta derivante dalla nuova dichiarazione, pagare oltre alle dovute differenze (legittime), anche sanzioni e interessi per colpe a loro non imputabili.”.

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