Armenia-Azerbaigian, nuovi scontri: morti e feriti

Nuovi scontri tra Azerbaigian e Armenia nella tormentata regione del Nagorno-Karabakh. I combattimenti sono iniziati all’alba, quando, secondo il ministero della Difesa azero, le forze armene hanno attaccato le postazioni militari azere nel Nagorno-Karabakh e dintorni, lasciando diversi morti e feriti, anche se non è stato specificato il numero delle vittime.

L’Armenia ha dichiarato la legge marziale dopo gli scontri con l’Azerbaigian nella zona contesa del Nagorno Karabakh, ha annunciato il primo ministro Nikol Pashinyan.

“Alle 6 (ora locale), le forze armene hanno effettuato una provocazione su larga scala sottoponendo a intensi bombardamenti con armi di grosso calibro, mortai e artiglieria le posizioni dell’esercito azero lungo il fronte e i nostri villaggi nella zona di confine”, ha detto in un comunicato il ministero della Difesa. L’Azerbaigian ha indicato che le sue forze “stanno rispondendo con misure per porre fine alle provocazioni nemiche e garantire la sicurezza dei civili che vivono vicino al fronte”, secondo l’agenzia di stampa Sputnik.

Il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinian, ha invece indicato che “il nemico ha lanciato un’offensiva su Srtsaj”, nome armeno dell’autoproclamata repubblica del Nagorno-Karabakh. “Le forze di difesa stanno resistendo con successo all’offensiva”, ha detto Pashinyan su Facebook. Il ministero della Difesa armeno ha assicurato di aver abbattuto due elicotteri e tre “droni” azeri nel Nagorno-Karabakh. “I combattimenti continuano”, ha sottolineato la portavoce Shushán Stepanián.

Da parte sua, il portavoce del governo dell’autoproclamata repubblica, Vargram Pogosián, ha confermato che la capitale, Stepanakert, e diverse città del Nagorno-Karabakh hanno subito il fuoco dell’artiglieria e ha annunciato che ci sarà una risposta “proporzionata”, sollecitando la popolazione a “cercare rifugio”.

A metà luglio si sono già verificati scontri nell’area che separa la regione azera di Tovuz dalla provincia armena di Tavush, vicino alla Georgia, a diverse centinaia di chilometri dal Nagorno-Karabakh, che dal 1988 è un’area contesa dall’Armenia e dall’Azerbaigian.

L’Azerbaigian insiste per riconquistare la sua integrità territoriale, mentre l’Armenia difende gli interessi dell’autoproclamata repubblica. Il conflitto ha visto un’escalation di violenza nell’aprile 2016 e, sebbene sia stato concordato un nuovo cessate il fuoco, continuano a essere registrati scontri sporadici nella zona di confine. Per spingere per una soluzione negoziata del conflitto, nel 1994 è stato istituito il cosiddetto Gruppo di Minsk, copresieduto da Stati Uniti, Russia e Francia. Il gruppo comprende anche Germania, Bielorussia, Finlandia, Italia, Svezia e Turchia, nonché Armenia e Azerbaigian, e la “troika” dell’Ocse, i paesi che rappresentano l’attuale, la precedente e la prossima Presidenza.

Mosca ha chiesto oggi un immediato cessate il fuoco in Nagorno Karabakh. “Ci rivolgiamo a tutte le parti per un immediato cessate il fuoco e l’avvio di negoziati per stabilizzare la situazione”, si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri russo.

“In base alle informazioni disponibili, la situazione nella zona del Nagorno Karabakh si è gravemente deteriorata”, nota la diplomazia russa, sottolineando che vi è stato “un intenso bombardamento” sulla linea di contatto. (Adnkronos)

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